La presa in carico assistenziale prevista dal decreto si basa anche sull'integrazione operativa tra le attività dei Medici di Medicina Generale, gli ospedali e tutta l'area di assistenza territoriale, inclusa l'assistenza domiciliare
Superare, da una parte, l'attuale frammentazione delle risposte esistenti alla cura e all'assistenza degli anziani per costruire un sistema che sia unitario, semplice per i non più giovani e le famiglie, e riconoscibile per tutta la popolazione, il Sistema Nazionale Assistenza Anziani (Sna); dall'altra, costruire interventi di qualità e capaci di rispondere in modo appropriato alle eterogenee condizioni degli anziani. Questi i due principali obiettivi del disegno di legge delega approvato dal Governo di riforma dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, che mette al centro l' "approccio multidimensionale" nella definizione di cura e assistenza. Lo rende noto con soddisfazione la Sigot (Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio), che in anni recenti ha fornito un importante contributo scientifico e professionale sul metodo di approccio multidimensionale alla persona anziana e oggi si offre di favorirne l'implementazione su tutto il territorio nazionale. Dai servizi domiciliari a quelli residenziali, dai trasferimenti monetari ai sostegni ai caregiver familiari e alle assistenti familiari ("badanti"), la presa in carico assistenziale prevista dal decreto si basa anche sull'integrazione operativa tra le attività dei Medici di Medicina Generale, gli ospedali e tutta l'area di assistenza territoriale, inclusa l'assistenza domiciliare.
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